Persone
Il giornalista e scrittore napoletano Antonio Pascale ha dedicato un libro alla “manutenzione degli affetti”: a me piace pensare che in Italgas siamo diventati molto bravi nella “manutenzione degli intelletti”
Social network, e-commerce, pagamenti digitali, blockchain, realtà aumentata, intelligenza artificiale, servizi cloud, tecnologie IoT, industria 4.0: sono strumenti strategici, se si sa come utilizzarli al meglio.
Come sottolineato da Paolo Gallo nel suo “Diario di Volo”, la digitalizzazione sostenibile richiede un cambiamento nel modus operandi dell’azienda e nei metodi di lavoro quotidiani. Una rivoluzione culturale.
In Italgas, la Digital Factory sorta a Milano si è rivelata il cuore di questa nuova mentalità aziendale. Al suo interno si sono affacciate tante nuove figure professionali, tra cui user experience e user interface designer, data scientist, enterprise architect e digital expert. Questo, tuttavia, non basta: per la transizione digitale serve anche che i dipendenti imparino a gestire i nuovi strumenti e sviluppino competenze e capacità in coerenza con l’ambiente in evoluzione. Lavorare a stretto contatto con le Risorse umane, sottolinea Paolo Gallo, è necessario. Serve inoltre la contaminazione positiva dei principi, dei valori, degli approcci e delle conoscenze.
All’inizio, mappare le competenze digitali è stato fondamentale per dar vita a un piano di upskilling concreto per tutte le persone di Italgas. Al test hanno partecipato 3.109 dipendenti su 4.079: questo dato dimostra la predisposizione delle persone di Italgas all’innovazione, all’approfondimento delle conoscenze e all’autovalutazione. Da qui sono nate le prime piattaforme di learning online e, di conseguenza, i digital ambassador, che hanno affiancato i colleghi per favorire la trasformazione in corso.
I digital ambassador sono stati i messaggeri benevoli che hanno sconfitto la pericolosissima “paura dell’ignoto”, il macigno che può affossare anche la migliore delle buone idee.